Brat: nel sogno!

di Roberto Pati –

Brat! Un simbolo, un progetto, un uomo. Tutto questo insieme, ma oggi Brat è solo “Last Exit to Freedom”. Un viaggio concettuale verso derive progressive, verso approdi psichedelici, un asse che dai Pink Floyd, dopo aver attraversato quasi quarant’anni di musica approda a sonorità ricondizianate dei Baustelle. In mezzo tutto, Guccini, Banco, Pfm, aree sinfoniche da Genesis gabrieliani. Il progretto da solista, brat è sempre esistito ma si è manifestato nel 2019 con il disco “Last Exit to Freedom“,  

Brat, all’anagrafe Federico Bratovich, milanese classe ’72. Nel corso degli anni ho fatto parte di diverse band. Dal 2005 è uno dei due chitarristi dei Linea, band combat rock Clash oriented. Dal 2013 fa parte della band del cantautore comasco Filippo Andreani.

“Last Exit to Freedom”, un concept sviluppatosi attraverso una ricerca di arrangiamenti futuristicamente old music; si respirano viaggi, maree, tutto racchiuso in introspezioni e scandagli umorali.

Si Parte con la Pinkfloydiana “The sound”, che ci cala all’interno del lavoro con dolcezza e mestiere. Leggera si avvale di un incedere che si lascia imbrigliare inconsciamente da aree New Wave, dove il progressive si affaccia solo a scatti. Con “Lento”, “Il Volo” e “Immagini”, ci caliamo a capofitto nel mondo Baustelle. Dopo una meravigliosa e sognante versione di “Hiroshima mon Amour”, ci aspetta un percorso di ricchezza stilista che innalza con decisione la qualità dell’intero album, una chicca sbucata quasi casualmente “Psycho Song”, un lucido viaggio tra confini ondulanti e mattini di rugiada tra le campagne padane a misurare respiri e ansiti. “Sospesi”, rappresenta l’anima più rock di tutto il lavoro che si chiude con uno spendido omaggio ai Pink Floyd “Grantchester Meadows” , una ballata pastorale contenuta nell’album “Ummagumma”, rivista in chiave elettrica, dove si percepisce un viscerale amore nei confronti di Roger Water in particolare.

Brat, apre e chiude con i Pink Floyd, in mezzo tutto, tutto il bello che un musicista ti può dare. Emozioni e brividi si susseguono seppur in maniera discreta, Brat non urla dolore o frustrazione, ma ce la offre con dolcezza rendendocela apparentemente indolore. Un album maturo “Last Exit to Freedom”, maturo e sincero, come l’arte di Federico Bratovich.

Grazie Brat, il tuo posto ti è dovuto.