di F.G. Longo –
Il ragazzo della via Gluck è una canzone di Adriano Celentano, originariamente pubblicata come Singolo nel 1966 e poi inserita nella raccolta La festa (destinata esclusivamente ai lettori della rivista di fotoromanzi Bolero Film) e, nel 1968, nell’album omonimo.
Il brano
«Là dove c’era l’erba ora c’è
una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà?»
(Luciano Beretta, Miki Del Prete e Adriano Celentano)
Si tratta di una canzone biografica: la via Gluck del quartiere Greco di Milano era una via periferica adiacente alla linea ferroviaria[2] dove il cantante viveva da ragazzo con la famiglia, che nel dopoguerra conobbe un rapido processo di urbanizzazione. Dal testo emerge il nostalgico rimpianto di un mondo perduto, quello dell’infanzia e di parte dell’adolescenza, cioè fino a quando Celentano dovette lasciare il quartiere con la famiglia per andare a vivere in centro, in casa del fratello.
Gli 8 anni passati (…passano gli anni, ma 8 son lunghi….) sono un riferimento al tempo trascorso, nel 1966, dall’inizio della carriera discografica di Celentano, nel 1958.
Il brano, una sorta di ballata folk, costituisce un superamento da parte dell’artista del ruolo di “urlatore” che lo aveva definito fino a quel punto, nonché uno dei primi tentativi di confrontarsi con tematiche più impegnative, in particolare quella ambientalista, prefigurando una sostanziale rottura rispetto al passato.
Alla vigilia del Festival di Sanremo del 1966 a Celentano fu proposta la canzone Nessuno mi può giudicare,[4] ma il cantante preferì portare invece questo brano, presentato in coppia con il Trio del Clan (Gino Santercole, Ico Cerutti e Pilade). Sulle prime la canzone non sembrò convincere il pubblico, che ne decretò l’esclusione dal Festival dopo la prima serata.
Il successo di vendite del 45 giri fu tuttavia immediato: il disco raggiunse il secondo posto nella classifica della hit parade italiana nel 1966 e nel 1967, risultando il 10º più venduto nel 1966 e suggerendo a Celentano e al suo Clan l’idea di pubblicare un album con lo stesso titolo.
È diventata nel tempo una delle canzoni più note di Celentano, ed anche una delle più rappresentative, sia per i molti riferimenti autobiografici che per l’introduzione della tematica ambientalista che il cantante riprenderà in molte sue prese di posizione e in altre canzoni (tra le altre: Mondo in mi 7a, Sognando Chernobyl, La situazione non è buona, I passi che facciamo, Svalutation, Io sono un uomo libero, Aria… non sei più tu, Un albero di trenta piani, La pubblica ottusità, C’è sempre un motivo, I want to know – parte I e II, L’ultimo degli uccelli, Uomo macchina, tutte contenute, assieme a Il ragazzo della via Gluck, in Canzoni contro, secondo disco della raccolta L’animale, pubblicata nel 2008).
Per sfruttare il successo del brano vennero creati I Ragazzi della Via Gluck, che sono stati il gruppo musicale di supporto di Adriano Celentano dal 1966 al 1978.
Stante il costante successo nel tempo de Il ragazzo della via Gluck, che ha coinvolto varie generazioni, la canzone è presente in molti album antologici di Celentano, tra i quali: Me, live! (1979), Unicamente Celentano (2008 e 2011 in CD-Rom), L’animale (2008), Adriano Live (2012), …Adriano (2013). Buon ascolto.