Olga Psicotica: un’estrema conseguenza

di Roberto Pati –


I germi sonori degli Olga Psicotica nascono tra le mura domestiche della signora Olga, nonna di Simone e Francesco, rispettivamente chitarra ritmica/voce e basso nella prima formazione della band. Si susseguono amici alla batteria, alla chitarra solista ed al basso, sino ad approdare alla formazione attuale con Matteo alla batteria, Lorenzo alla chitarra solista, Gabriele al basso e Simone alla chitarra ritmica/voce.

Si può essere condiziona dal nome di una band? Non lo so, io però penso di essermi fatto condizionare da questo nome che spacca. Ma gli Olga Psicotica spaccano sul serio… Provate ad ascoltare, Passami Quell’Ascia, Ancora, bellissimo anche il video, per capire di cosa sto parlando. Energia allo stato puro. Musica nuda e cruda che ripercorre un tortuoso step di influenze importanti; guardando lontano nei tratti più alticci e sporchi dei mostri sacri di prima generazione come Lou Reed, ma anche attingendo reminiscenze psichedeliche d’annata. Ma la loro musica è una fuga verso il punk, quello senza compromessi, magari passando dal Grunge, magari studiando i Verdena e limitrofi, passiamo tutto, comunque restano dei punk grezzi e sporchi quanto basta per non apparire solo un manipolo di degenerati, perché gli Olga Psicotica (quanto mi piace questo nome), gli strumenti li maltrattano perché li amano, e li conoscono. la loro è una dimensione musicale sfrontata. Non Sono Io, è un brano più introspettivo dove gli arpeggi e la ritmica seguono un ordine meno frenetico, più vicina a un rock classico sporcato da contaminazioni grunge. Ned Ludd,invece è un brano dal suono tipicamente post punk, che però non si affanna a cercare emuli, vive di vita propria grazie anche a un vocalist giusto. Non è facile cantare in Italiano su certa musica, loro ci riesco benissimo e questo è sinonimo di classe.

E il bello deve ancora venire, infatti stanno ultimando le registrazioni del primo album che, che a causa di questo CoVid, hanno dovuto momentaneamente sospendere.

Aspettiamo con ansia…

Roberto Pati