Analogy: Storie di progressive

ANALOGY è un nome che non compare spesso nelle cronache della musica italiana degli anni ’70. In mancanza di notizie certe sulla band. La loro storia ebbe inizio negli anni ’60 nella provincia di Varese, dove vivevano Jutta Nienhaus, suo fratello Hermann-Jürgen e Wolfgang Schoene. I tre si erano trasferiti dalla Germania in Italia, nella zona tra Varese, Laveno e Luino. Nel 1968 i tre entrarono in contatto con Martin Thurn, proveniente da Bonn. Martin, che aveva già avuto esperienze musicali in Germania come chitarrista, conobbe gli altri alla Scuola Europea di Varese, e alla fine del 1968 formò un gruppo chiamato Sons of Giove insieme a Wolfgang Schoene, Roger Schmitt al basso e il belga Jean-Claude Sibille alla batteria. In questo periodo e fino alla primavera del 1970 Martin Thurn tenne alcuni concerti in duo con Jutta Nienhaus.

Nei primi mesi del 1970 i due, legati sentimentalmente oltre che musicalmente, con il fratello di Jutta, Hermann-Jürgen “Mops” Nienhaus, alla batteria e il bassista Mauro Rattaggi formarono il gruppo The Joice (gioco di parole fra James Joyce e “Joy”). Dopo i concerti iniziali la formazione venne ampliata coinvolgendo nuovamente Wolfgang Schoene come secondo chitarrista.

Alla fine del 1971, con il gruppo sempre molto impegnato nei concerti, Mauro Rattaggi dovette partire per il servizio militare, e Wolfgang Schoene lo sostituì al basso. Con questa formazione a cinque gli Yoice entrarono in studio nel maggio 1972 per la registrazione del loro primo LP .  Per marcare la nuova rotta musicale, i cinque decisero di cambiare ancora nome, scegliendo quello del brano-simbolo dell’album, Analogy, e con questo nome esordirono al prestigioso Festival di Villa Pamphili a Roma il 26 maggio 1972.

Il disco venne prodotto con una copertina molto particolare, raffigurante i musicisti in un prato, completamente nudi e con il corpo dipinto. La foto era stata scattata l’anno precedente, quando la formazione comprendeva ancora Mauro Rattaggi, e la sua figura venne coperta da una striscia di colore azzurro con il nome del gruppo e del disco. Disco di ottima fattura, Analogy comprende sette brani, che mescolano rock e blues con influenze psichedeliche e progressive. La voce di Jutta è come sempre in evidenza, insieme alla chitarra di Martin Thurn e all’organo di Nicola Pankoff. Lo stile del gruppo, anche per i testi in inglese, è ancora una volta più vicino a modelli anglosassoni che alle produzioni contemporanee italiane, caratterizzate in quel periodo da un forte avvicinamento a influenze classiche e sinfoniche, e per questi motivi gli Analogy rimangono un gruppo anomalo nella scena musicale italiana degli anni ’70.
L’LP venne prodotto in circa 1000 copie nel mese di giugno 1972, distribuito dalle Messaggerie Musicali, e, per evitare le potenziali critiche di negozianti e acquirenti, la discussa copertina venne incartata in un grande poster con la sagoma di un piede e il logo Analogy ( questo Lp ha raggiunto quotazioni stratosferiche. Completo di poster varia dai 6.000 agli 8.000 euro; addirittura sul mercato russo è arrivato a una quotazione pazzesca, è stata rifiutata l’offerta a 12.000 euro) . Pur avendo venduto un buon numero di copie, il disco è in assoluto uno dei più rari del panorama musicale italiano di quegli anni.
Nel momento migliore della propria carriera, il gruppo si trovò ad affrontare un’altra crisi, con l’uscita del tastierista Nicola Pankoff nel settembre 1972, per divergenze sulla linea musicale da seguire, e continuando a suonare con una formazione a quattro.

Nonostante un’intensa attività concertistica, e molte apparizioni dal vivo insieme ai grossi nomi della scena musicale italiana e inglese, gli Analogy decisero di sciogliersi nel novembre del 1973, indeboliti dalla mancanza di interesse da parte delle case discografiche e dalle necessità economiche.

Martin e Jutta collaborarono con Franco Battiato sul suo album “Sulle corde di Aries”, poi con il Collettivo Teatrale La Comune, fondato da Dario Fo.

La seconda fase della loro attività musicale documentata da questo cofanetto è quella londinese degli Earthbound, fondati nel 1975, poi sciolti nel 1977 e riformati subito dopo, con una carriera terminata alla fine del 1979.

Al termine dell’esperienza Earthbound, Martin e Jutta tornarono in studio nel 1980 per registrare finalmente la Suite, composta ed eseguita originariamente dagli Analogy nell’ultima parte della loro carriera, con l’aiuto di due musicisti degli Earthbound, il bassista Richard Brett e il batterista Scott Hunter, e di altri collaboratori. La registrazione sarebbe rimasta nel cassetto fino al 1993, quando la Suite venne pubblicata in CD per la prima volta.

Il nome Analogy sarebbe stato riutilizzato ancora nel 1995, per l’uscita del CD “25 Years Later”, contenente alcuni vecchi brani registrati da una nuova formazione comprendente i membri originari Jutta, Martin e Mauro Rattaggi, con il chitarrista americano Dave Storey, il tastierista Graziano Mezzanotte ed altri musicisti italiani, e finalmente nel 2009 per la nuova registrazione di “Il viaggio dei grandi spiriti” ad opera di Martin Thurn, Nicola Pankoff, Rocco Abate e Mauro Rattaggi e la voce di Claudio Fucci.
La speranza è che, riunendo per la prima volta tutte le registrazioni esistenti di Analogy ed Earthbound, si possa dare il giusto tributo ad un gruppo di musicisti che, con un po’ di fortuna in più, avrebbero potuto avere un grande e meritato successo.

Parlando del live Konzert; Il 2012 è stato, tra gli altri, l’anno della reunion a quarant’anni esatti da quell’indimenticabile esordio la band si è riformata, ed è tornata a suonare dal vivo: “Konzert”, titolo appositamente scelto in tedesco, è curiosamente il loro primissimo LP dal vivo, registrato il 14 aprile 2012 presso il Teatro della Fondazione Terina di Lamezia Terme (CZ), e propone sia brani di “Analogy” che della produzione Earthbound. Il suono è cristallino, e la band è in gran spolvero: oltre ai membri originali Martin Thurn-Mithoff (chitarra, voce) e Jutta Taylor-Nienhaus (voce), gli Analogy oggi comprendono Mauro Rattaggi (basso) – nientemeno che il ‘sesto elemento’ della band, che abbandonò prima della pubblicazione del disco nel 1972 e che in copertina fu oscurato dalla striscia blu con il logo del gruppo -, Richard Brett (basso, chitarra acustica), Scott Hunter (batteria) – provenienti dagli Earthbound – e Roberto Carlotto, meglio noto come Hunka Munka, alle tastiere, che impreziosisce e ispessisce notevolmente il suono. Questo, unito alla meravigliosa copertina dipinta da un altro storico ex-componente, il tastierista Nicola Pankoff, fanno di “Konzert” una release imperdibile per ogni appassionato di rock progressivo italiano!