Sergio Andreucci: alla ricerca della felicità!

di Roberto Pati –

Sergio Andreucci 24 anni di Ancona, scopre la musica da giovanissimo
(giocando coi vinili dei genitori, quando ancora non sapeva leggere).
Dal padre ha imparato gli “America”, dalla madre “Michael Jackson, Lucio Battisti e Renato Zero”, dal fratello di dieci anni più grande, elettronica e musiche strumentali Adolescente inizia a studiare chitarra, ma con scarsi risultati.

A una settimana dal diploma di Ragioniere, anche se prediligeva decisamente l’italiano, si imbarca come marinaio su un luxury yacht dove lavora per due anni.

Ascoltare Sergio Andreucci, significa sostanzialmente trovare una pace interiore anche in mezzo agli uragani. Le sue liriche sono carezze, le sue frasi denotano un amore per le parole, la loro musicalità, il loro valore intrinseco. Riesce a creare una sinergia con chi ascolta come pochi, una sorta di New Age del cantautorato italiano, nulla che si avvicini al suo modo di essere artista, se non qualche cenno stilistico ma accennato a Fabi, e al miglior Luca Carboni, il suo sound invece traccia origami stilistici di una eleganza lieve e introspettiva “Bio di una Nuvola“, è un viaggio verso le quiete, accompagnato da una voce che non intende invadere le nostre coscienze col frastuono, ma con la tenerezza, tanto rara in una società che cerca il clamore. Mentre in “Fragili” di percepisce una discreta ricerca della felicità, su un tappeto sonori di un’eleganza minimale, aree Word Music attraversate trasversalmente da rivoli di classic rock sussurrato e accantonato in certe passaggi ricorda il maestro Pat Metheny e la sua chitarra universale.

Sergio Andreucci si pone in punta di piedi, perché il suo modo di essere è quello, ci sussurra la sua discrezione che non è remissione, ci fa scoprire scoprendosi, ci rende partecipi del suo viaggio alla ricerca del sorriso.

Ti aspettiamo Sergio, abbiamo bisogno del tuo mondo!

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