Rubik: La musica tra gioco e introspezione

di Roberto Pati –

Rubik (classe 1991), in quanto soggetto artistici nasce in Toscana (a Firenze per l’esattezza) nel 2019.

Cantante e paroliere per caso, ma forse anche per necessità, nel tempo si approccia senza troppa voglia, alla batteria, ma l’unico strumento per cui sente la necessità di focalizzarsi è la voce, quella voce che ci permette di esprimere concetti e emozioni oltre il presente e il concreto; come dice lui stesso ” . Non sempre infatti ciò che viene scritto in una strofa, in un inciso piuttosto che in uno special ha lo stesso significato “concettuale” di ciò che si vuole esprimere in realtà “. Poi aggiunge: “Rubik è un progetto musicale, è una strada alternativa ad altre forme di natura artistica in modo da poter veicolare le emozioni e condividerle con tutti! Perché per me questo è il significato di musica: aprirsi, raccontarsi, confrontarsi e vivere le emozioni in modo libero, permettendo loro di essere un riflesso o uno specchio per chiunque possa riconoscersi in una parola, in una frase, in una melodia contenuta in una delle canzoni che farò ascoltare. Il nome d’arte che ho scelto per rappresentare la mia musica è frutto di una combinazione artistica di eventi: la scrittura dei miei testi e delle mie canzoni mi ricordavano il cubo di Rubik, ovvero una combinazione di colori che si intersecano tra loro, pronti a dividersi e a stare insieme, proprio come i sentimenti che a volte proviamo, contrastanti e convincenti allo stesso tempo. Inoltre, nutrendo una passione smisurata per il cinema, Rubik è quasi l’anagramma di Kubrick e il resto vien da sé.” Oltretutto suona pure bene.

Ad agosto Rubrik ha cominciato a lavorare al primo EP , auto prodotto insieme ad un amico, Tiziano Pellegrino, il quale ha prodotto artisticamente e suonato su tutti e cinque i brani. La sola canzone che per il momento ha visto la luce è, Tradi noi. Un brano solare e diretto, a dispetto dell’auto produzione, anche ben fatto, che scivola via con elegante discrezione. Non arranca in virtuosismi o ricerche stilistiche cervellotiche, punta diretto all’obbiettivo, cioè piacere a prescindere da linguaggi introspettivi o arrangiamenti equilibrati che non mancano. Un brano in classica aria pop eterogeneo, (se proprio vogliamo soffermarci su influenze stilistiche presunte, mi sbilancerei accostandolo a Cesare Cremonini) con un testo che ci porta dentro una concezione quasi empirica di ciò che accade tra persone in un rapporto d’amore piuttosto che d’amicizia. Un ipotetico percorso verso orizzonti presupposti, attraverso il vissuto che sfugge spesso sena lasciare traccia, con spesso l’unica conseguenza di provocare rimpianti. L’inciso entra nella testa senza più lasciarti, significa che Rubik ha colto nel segno.

Restiamo in attesa di buone nuove.

https://open.spotify.com/track/7cgtm2mmCO67qPFn6QAN2q?si=Hrslu8XEQ-ifO0k-hhdzwg