Progressive Italia: Quella Vecchia -locanda

di F.G. Longo –

1970-71:
Giorgio Giorgi (voce, flauto)
Raimondo Maria Cocco (chitarra, voce, clarinetto)
Massimo Roselli (tastiere, voce)
Romualdo Coletta (basso)
Patrick Traina (batteria, percussioni)
1972:
entra
Donald Lax (violino)
1974:
Lax e Coletta sostituiti da
Claudio Filice (violino)
Massimo Giorgi (basso, voce)

Come i Procession anche questo gruppo di Roma pubblicò l’album d’esordio con la piccola etichetta Help (sussidiaria della RCA), e poi dopo due anni e con una nuova formazione cambiò casa discografica, in questo caso andando alla RCA.
Quella Vecchia Locanda si formò intorno al 1970 come quintetto, con una buona attività live. Le uniche tracce dei loro inizi sono una canzone piuttosto melodica sulla compilation Progressive voyage, e una registrazione live della fine del 1971 pubblicata su CD dalla Mellow. Il CD Live contiene 12 brani, in gran parte cover di brani rock inglesi ed americani, ma le tre composizioni originali rivelano già alcuni elementi di ciò che sarebbe stato il loro album d’esordio un anno più tardi. La qualità è buona, anche se la registrazione originale era probabilmente su cassetta.
Il primo album uscì nel 1972, uno dei classici del prog italiano, con un’originale fusione di influenze classiche e l’uso del flauto e del violino elettrico in grande evidenza. L’ingresso di un sesto componente, il violinista americano Donald Lax, diede al gruppo un suono più originale ed una delle sue caratteristiche peculiari. L’album comincia con la bella Prologo, e anche se le influenze di alcuni gruppi stranieri sono chiare (ad esempio i Jethro Tull in alcuni passaggi di flauto), ci sono dei momenti splendidi come in Un villaggio, un’illusione. In Dialogo c’è una bella parte di clarinetto suonata da Peter Z.Lax, fratello di Donald (morto giovanissimo pochi anni dopo), che non è citato nelle note del disco.
Il secondo album Il tempo della gioia arrivò due anni dopo, con un cambio di formazione, l’eclettico Lax sostituito dal violinista Claudio Filice ed il nuovo bassista Massimo Giorgi precedentemente con Il Ritratto di Dorian Gray. 
L’album ha una migliore produzione rispetto al primo, anche se probabilmente non contiene il suo genuino entusiasmo, ma è comunque un ottimo album con bei pezzi come Il tempo della gioia.
Il gruppo si sciolse purtroppo poco dopo il secondo album, lasciandoci altre due gemme del progressive italiano, entrambe con splendide copertine.
Tutti e due gli album di Quella Vecchia Locanda sono molto rari nella loro edizione originale ma sono stati ristampati alla fine degli anni ’80 dalla RCA con distribuzione Contempo, mantenendo le stesse copertine della prima edizione.
Quella Vecchia Locanda ha una sottile copertina apribile con il disco inserito dall’alto. La ristampa ha una normale copertina apribile con inserimento laterale.
Un’altra ristampa in vinile è uscita a cura della BTF nel 2007 e di nuovo nel 2013 in serie limitata con vinile maculato.
Il primo album è stato ristampato in CD nel marzo 2003 dalla BMG con copertina apribile mini-LP e fascetta obi, all’interno della serie “Dei di un perduto rock”, e successivamente di nuovo ad ottobre dello stesso anno quando uscì una seconda emissione della stessa serie (comprendente, tra gli altri, Il tempo della gioia).
Lo stesso CD venne annunciato dalla BMG come disponibile anche con custodia in plastica standard (numero di catalogo 74321-98325-2) ma a quanto pare non è mai uscito in questo modo.
I due album esistono anche in edizione giapponese (Edison ERS 29025 e ERS 28007) e coreana (solo Il tempo della gioia, Si Wan SRML 1001).
Esiste anche una vecchia ristampa bootleg coreana del secondo album, con copertina singola e numero di catalogo 78 (l’etichetta sconosciuta riproduce il disegno della RCA).
Non esistono falsi. 
Intervista con l’ex violinista di Quella Vecchia Locanda, Don V.Lax, di Augusto Croce, febbraio 2004
1-Come sei arrivato in Italia?
Arrivai in Italia dopo la fine della scuola superiore in America, mio padre era stato assegnato all’ambasciata USA di Roma, ed io ebbi la possibilità di frequentare il Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma. In precedenza avevo studiato al Conservatoire de Musique di Versailles, in Francia, quando avevo vissuto lì con la mia famiglia tra il 1966 e il 1969. Così, quando ci fu questa possibilità, feci domanda al Conservatorio a Roma, e fui accettato, dopo un’audizione. Ho avuto la fortuna di suonare con un grande musicista, Alphonse Ghedin, che ha cambiato il mio modo di concepire il violino.
2-Come si è formata Quella Vecchia Locanda? Sei entrato nel gruppo giù esistente o è stato un gruppo di nuova formazione?
Quella Vecchia Locanda esisteva già prima del mio arrivo. Il CD Live è stato registrato prima che io entrassi nel gruppo. Li ho visti suonare in concerto fuori Roma, e mi interessarono immediatamente. Dopo il concerto mi avvicinai e gli chiesi se avevano bisogno di un violinista. Fino a quel momento non avevo suonato nient’altro che musica classica, ma ho sempre composto canzoni e improvvisato a modo mio, da quando ho cominciato a suonare a 5 anni. 
E loro mi dissero “Sì, anzi stavamo proprio cercando un violinista”. Fissammo un appuntamento per incontrarci alle loro prove in una casa vuota in campagna. Quando arrivai, suonarono un pezzo di rock-blues, e mi invitarono a inserirmi. Io cominciai ad improvvisare, e ho capito che questo era proprio quello che avrei voluto fare. Cominciammo a collaborare. Loro mi davano i testi, e qualche volta una semplice serie di accordi, e io trovavo qualcosa di Bach, Brahms o Corelli e lo inserivo nella musica, così abbiamo realizzato una fusione di rock e classica.
3-Cosa ricordi della scena prog italiana degli anni ’70?
È stato un periodo eccitante. C’era un sacco di creatività, si condividevano nuove idee, si seminava un nuovo genere di musica. Ai grandi concerti tutti i gruppi stavano insieme, non c’era un senso di competizione, ma di cooperazione.
4-Com’è stata la vostra attività dal vivo, concerti all’aperto o nei locali?
Tutti e due. Suonare a Villa Pamphili per 150.000 persone è stata l’occasione più memorabile, ma abbiamo anche suonato in altri concerti all’aperto, in televisione e in locali a Roma e sul mare.
5-Avevate rapporti con altri gruppi ed artisti italiani?
I miei musicisti preferiti oltre a Quella Vecchia Locanda erano nella PFM e nel Banco del Mutuo Soccorso. Erano tutti grandi musicisti e persone eccezionali.
6-Come mai hai deciso di lasciare il gruppo?
Non me ne sarei andato, ma non guadagnavamo molti soldi, il disco non aveva un’ottima distribuzione. Le case discografiche si comportavano molto male con noi- e lo fanno ancora… non abbiamo ricavato una lira da quei dischi- e quando ho trovato su Internet le ristampe, ho telefonato a Milano per ordinarle e ho dovuto pagare i miei dischi. 
Nessuno di noi sapeva che erano stati ristampati- io l’ho scoperto con una ricerca su Internet… e tutti anche nel gruppo, mi dicevano di andare in America e fare soldi suonando… mi è sempre dispiaciuto lasciare… odio la mancanza di cultura in America e la limitatezza di vedute e ho sentito la mancanza dell’Italia e dei miei amici come un dolore fisico.
7-Hai avuto altre esperienze nel campo del progressive rock?
Quando tornai di nuovo negli USA andai a vivere a Washington, DC, e suonai in gruppi che andavano da gruppi neri di disco music (suonavo il violino nella sezione fiati e facevo tutti i movimenti sincronizzati con gli altri fiatisti) a jazz fusion, avanguardia, latinoamericana. È stato un periodo di espansione e di nuove conoscenze per me… 
Poi mi sono spostato sulla West Coast, suonando con parecchi gruppi diversi, tra cui anche interessanti gruppi Prog Rock. Il migliore era Prince Gabriel’s Fleet, con il violoncellista che fece gli arrangiamenti di archi per i Moody Blues. Tim Tompkins era un musicista geniale, e il gruppo comprendeva anche chitarre, voce femminile, batteria, tabla e violino. Poi mi sono spostato verso il jazz e la fusion etnica, quello che è stato chiamato “world beat”. 
Più recentemente ho registrato in California con due gruppi, Anjali, che suonano fusion acustica, e Dresden, un gruppo di musica prog-rock-art molto creativo. Ma ho registrato e suonato con tantissimi gruppi, dal jazz al world-beat, al rock d’avanguardia. Ho suonato in 8 dei 10 brani dell’ultimo CD dei Camper van Beethoven per la Virgin, Key Lime Pie.
8-E cos’altro hai fatto come musicista professionista?
Vivo a Maui, cavalco con il surf onde di sei metri, e registro e suono con un grande chitarrista classico, Vance Koenig, in un duo che si chiama Apassionata. Abbiamo fatto due CD, ma non c’entrano niente con il prog-rock … è più musica lirica romantica destinata al genere di persone per cui suoniamo ogni sera al Four Seasons Resort… 
Contemporaneamente lavoro con altri musicisti creativi, come Daniel Paul, un suonatore di tabla di livello eccelso con cui ho suonato due CD di fusion, e Govi, un chitarrista di “nouveau flamenco” con cui ho suonato sui suoi ultimi quattro CD. 
Il mio ultimo progetto è un CD di “trance beat” con violino e batteria in stile world-beat, insieme a Kris Thomas, il batterista di Willie K. e Willie Nelson… Quando arrivai qui formai un gruppo in stile Gypsy Kings chiamato Zingaro, con batteria, due chitarre flamenco, basso e violino… un divertimento! Continuo anche a comporre molta musica, dal tango a ballate rock e valzer jazzati.