Progressive italia: malaavia

di F.G. Longo –

Malaavia – Danze d’incenso (2004)
Danze d’incenso segna l’esordio dei campani Malaavia, band che sforna subito un album estremamente maturo e finemente composto.

Il progressive più classico degli a nni ’70 viene rielaborato ed attualizzato dal duo Oderigi Lusi e Pas Scarpato, musicisti capaci di assimilare le più disparate influenze e di riproporle in chiave personale e decisamente suggestiva e ben coadiuvati da altri musicisti e da ospiti di eccezione.

Danze d’incenso è idealmente diviso in tre sequenze ed offre ben ventidue canzoni dalle quali traspare la forte componente mediterranea del gruppo che si amalgama alla perfezione con il rock sinfonico di base. I brani sono spesso legati l’uno all’altro senza soluzione di continuità e nonostante vengano esplorati generi diversi si avverte un’uniformità notevole.

Emblematica la prima sequenza, in cui si parte con un’introduzione classicheggiante (Preludio di luna piena), passando poi per una composizione melodica e progressiva che entrerebbe bene in qualsiasi album italiano degli anni ’70 (Abraham, where is the land?), una coda atmosferica (Climax), una canzone orecchiabile, ma tutt’altro che banale (Sahara-Marrakech), un accenno di jazz allegro (Smoke rag) che sfocia in uno strumentale che sa di jam session col sax in bella evidenza (Desert sounds), fino a concludersi con i ritmi elettronici e ballabili di Kyrie Eleison. Il resto del cd prosegue su questa scia, presentando anche situazioni folkloristiche e di world music che sembrano gettare un ideale ponte tra la nostra penisola e le varie culture musicali del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Emerge, così, un’estrema raffinatezza della quale va evidenziato il grande pregio di un grado di fruibilità abbastanza elevato, anche per chi è abbastanza a digiuno di prog, nonostante si eviti di andare troppo sul commerciale e/o sulla semplicità. Ci sono alcuni gioiellini di pregevolissima fattura, come Gnoti sauton, Cuori d’elettricità, Interludio sospeso, Danza d’incenso, Mezzalunafertile e la relativa ripresa e Coda di luna calante, che mostrano musicisti con ottime idee e capacità strumentali eccellenti.

Merita attenzione anche il linguaggio con cui si esprimono i Malaavia, grazie agli avvicendamenti di un’ottima ugola femminile e calde voci maschili (oltre Pas Scarpato, si segnala la presenza di ospiti importanti quali Lino Vairetti, Giovanni Mauriello della Nuova Compagnia di Canto Popolare e di un tenore) e a testi che, similmente agli Osanna e al primo Pino Daniele vanno a tratti a mescolare abilmente italiano, inglese e napoletano.


Fonte: Rotters Club