Lo Zoo di Berlino: a lezione di progressive e dintorni

LO ZOO DI BERLINO in meno di 5 anni, dopo l’esordio con il fortunato ‘Rizoma- Elements’, ha prodotto più di dieci dischi. Senza considerare, le decine e decine di album, demo, compilation e supporto ad autoproduzioni che hanno fornito, nel tempo, all’underground italiano e alla produzione per altri professionisti. In piena epoca ‘social’ ed esplosione Indie/Itpop e Trap questo piccolo laboratorio, composto da un trio di musicisti, senza voce e senza chitarra, guidato dai fratelli Andrea & Diego Pettinelli e pochi altri saltuari collaboratori, ha intrecciato un tessuto di relazioni, storie e progetti davvero unico, variegato e trasversale sia stilisticamente che generazionalmente. Le loro pubblicazioni hanno coinvolto personaggi come Dario Fo, ELIO, AREA, BANCO, HOWIE B, Gianni Maroccolo. Con loro hanno suonato i migliori musicisti della scena italiana dagli anni ’70 ad oggi. Provengono da una lunga gavetta che li ha visti lavorare come fonici, (Frankie Hi Energy MC, Giorgio Canali, Marlene Kuntz), come promoter per concerti (Caparezza, Tre Allegri Ragazzi Morti, Umberto Maria Giardini, Diaframma ed altri). Poi come session man, formatori e manager musicali. Una gavetta che è stata una vera scuola di formazione, che li ha fatti passare con disinvoltura dal mixer allo strumento, dalla scrivania al palco. Gestiscono uno studio di registrazione professionale e mastering ed una piccola società di produzioni.

La “music-lab band”, è una formazione sostanzialmente strumentale ma che si misura anche con la canzone, come nel caso dell’album STEREOCOSMICA, a doppia firma con Ivana Gatti & Gianni Maroccolo, oppure nell’album “VIOLA” di Viola Nocenzi scritto e prodotto insieme a Gianni Nocenzi, pianista e fondatore dello storico gruppo BANCO DEL MUTUO SOCCORSO.

RIZOMA-ELEMENTS che ha visto la partecipazione di due indiscussi grandi musicisti italiani, per alcuni versi speculari l’uno a l’altro (se non altro per l’amore dichiarato verso Frank Zappa), ovvero Patrizio Fariselli (tastierista e fondatore degli AREA) ed ELIO (voce degli Elio e Le Storie Tese), inoltre il premio Nobel Dario Fo che ha curato l’artwork della copertina. A RIZOMA-ELEMENTS, segue DIAL POP, un EP, seppur piuttosto nutrito di contenuti, che anticipa l’uscita del progetto POPS!, album di cover e rielaborazioni omaggio al rock italiano anni ’70, che ospita il produttore scozzese Howie B, già con BJORK, U2, MASSIVE ATTACK ecc.

Il 25 Aprile 2019 esce Resistenze Elettriche.Un album, concept, che nasce pensato per il vinile.Il lato A che racchiude le registrazioni dal vivo del mini tour in Emilia Romagna presso i luoghi della Resistenza, in occasione del progetto “Materiale Resistente 2.0”, in cui il gruppo insieme al loro mentore Patrizio Fariselli si lancia in improvvisazioni radicali partendo dai temi di alcuni classici del repertorio degli Area. Chiude questo set dal vivo una versione di “Aria”, dall’ultimo album di Patrizio Fariselli e dedicato ai caduti della Resistenza. Il lato B è caratterizzato invece da 4 inediti di Lo ZOO di Berlino, rigorosamente strumentali, in trio, senza chitarre e voce, dal suono sempre ricercato.

Una Grande musica quella dello Zoo, e non poteva essere altrimenti, viste le griffate frequentazione in varie forme. Pagine di musica importante che allacciano legami con forme arcaiche di progressive d’avanguardia. Si percepisce un attento studio dello strumento finalizzato alla realizzazione di un sound che non si calcifica all’interno di uno steccato prog che già di suo li avrebbero resi un gruppo faro per tutto il movimento se non altro per le collaborazioni fattive con mostri sacri del genere. Massimiliano Bergo aka Max, Andrea Pettinelli aka Shelving,Diego Pettinelli aka Echo, vanno oltre, non circoscrivono sound, attraversano spesso diagonalmente confini rock che sanno di sinfonico di sintetico di strutturalmente sovrapposto. Una batteria decisa e precisa detta i ritmi in maniera asciutta e coinvolgente. Tastiere e synth che esplodono in scale fatte per cavalcare alvei sinuosi e scie aeree; rabbiose o lievi connotano ogni brano in un modo assolutamente indipendente. Peculiare il grande lavoro del basso che tiene tempi inusitati, senza rinunciare ad avventurarsi con successo in assolo che denotano una grande capacità ed estro.

Che sia Progressive, che sia Math rock, che sia semplicemente sperimentazione, cambia poco, quello che conta è l’emozione che la loro musica trasmette, il senso di coinvolgimento, l’appagamento che si insinua dopo ogni nota, oltre all’idea di respiri profondi e visioni sconfinate. Lo Zoo di Berlino ci trascinano in una dimensione metafisica, trasformando la precisa scienza musicale in qualcosa di empirico e voluttuoso. La dimensione temporale, lascia il posto alla spiritualità e la mente di chi ha la fortuna di ascoltarli si libra verso orizzonti indefiniti

E’ in cantiere e di prossima uscita il secondo capitolo della trilogia del RIZOMA e l’album POPS!.