LO stato sociale: in attesa di sanremo si fa in cinque

di Roberto Pati

Siamo arrivati alla seconda puntata  di una cinquina della band emiliana, Lo Stato Sociale, costruita esclusivamente per arrivare caldi a Sanremo. Oltretutto nemmeno originale come forma comunicativa, visto che Flavio Ferri (DeltaV), altro spessore; nell’aprile scorso aveva fatto qualcosa di simile, col progetto cinque album in cinque giorni (usciti dal 1° al 5 Aprile 2020), per una serie denominata “Fast Forward”, di cui vi parlerò nei prossimi giorni. Qua la differenza è nelle uscite settimanali e non giornaliere e la differenza è fin troppo palese senza stare qui a specificarla.

La settimana scorsa siamo  partiti col primo disco di Bebo, tutto sommato interessante, ma che mi ha lasciato diverse perplessità. I testi sono ben fatti, ma la metrica nata per essere canzone, se recitata  dopo un po’ stanca, come niente aggiungono le parolacce/imprecazioni, buttate qua e là quasi per per darsi un tono, e non con la fresca innocenza che aveva contraddistinto la band emiliana, fino a qualche anno addietro. Tantomeno   sentivamo certo la necessità di imitazioni più o meno fedeli di Max Collini (Offlaga DiscoPax), piuttosto che Emidio Clementi (Massimo Volume). La musica minimalista, creata per accompagnare i versi, tranne qualche sporadico sussulto, è abbastanza di basso profilo.

Se possibile con Checco (rilasciato ieri) è andata anche peggio. Un poetica introspettiva di poca sostanza fanno il pari con un tappeto sonoro ridondante di derivazione elettropop, probabilmente strutturato in quel modo per coprire la pochezza compositiva, che poco aggiunge a ciò che ci era  ampiamente noto come Lo Stato Sociale. E a nulla servono chitarroni distorti e synth ammiccanti, tantomeno andare dietro a personaggi illustri nelle interpretazioni. Costretto a salvare qualcosa, direi “Delorean” , il resto scivola via inconsistente.

Più che un’operazione nata per spiegare la straordinaria attitudine del collettivo bolognese lasciando spazio alle singole personalità e alle idee artistiche individuali, ci sembra un’operazione chirurgica mirata a vivisezionare un prodotto per produrne cinque piccoli cloni.

A livello comunicativo un progetto interessante anche se non originale. A livello artistico, almeno per il momento, niente di nuovo.

Arrivederci alla fine del progetto, quando tireremo le somme definitive, per il momento rimandati.