Frank Zappa & The Mothers of Invention – One Size Fits All (1975)

di F.G. Longo –

Frank Zappa & The Mothers of Invention – One Size Fits All (1975)
Frank Zappa è la personificazione della genialità nel mondo musicale: è una delle figure più eclettiche, capace di suonare qualsiasi genere, includendo mille contaminazioni, mostrando una grandissima personalità e uno stile unico, specie sul lato tecnico, seguendo strade non convenzionali, passando dal rock al jazz, dalla musica classica alla musica modale.
Nella sua immensa carriera nel giugno del 1975 si giunge alla pubblicazione del suo ultimo album con i Mothers Of Invention, prima della scissione dalla quale iniziò a pubblicare dischi semplicemente con il suo nome.

One Size Fits All è un disco di Frank Zappa dalla prima all’ultima nota: le strutture elaborate (e che danno ampio spazio a momenti strumentali) delle canzoni si mescolano a un cantato spesso ironico e stravagante. Lo si nota con Inca Roads, brano d’apertura, che mette subito in mostra la potenza della band (la formazione è una delle migliori tra quelle che hanno accompagnato Frank). Il brano è esplosivo, ovviamente pieno di cambi di tempo e tonalità e di soluzioni particolari, anche per quanto riguarda l’arrangiamento, estremamente complesso e ricco di strumenti, tra percussioni e tastiere, che vanno a sfociare in un finale turbolento e veloce. Dopo un brano così complesso segue il rock più convenzionale (ma non semplice) di Can’t Afford No Shoes, dove la band suona su ritmiche efficaci, piene di groove e canta un ritornello dal piglio “pop-rock”. Spazio poi alla musica strumentale con Sofa No. 1, dove c’è sempre un lavoro ritmico assolutamente pregevole ad accompagnare le note del vibrafono di Ruth Underwood. Po-Jama People mostra il Frank Zappa chitarrista, che si muove tra bei fraseggi ed assoli , alternati dal piano, ad accompagnare il solito cantato fuori dagli schemi. A riportare alto il livello di stravaganza viene Florentine Pogen, con il suo testo vicino al nonsense, tra versi sconnessi e sintetizzatori. Altra canzone strana è Evelyn, a Modified Dog, con un Zappa che canta accompagnato dal piano per circa un minuto. San Ber’dino si muove tra blues (da citare l’armonica di Captain Beefheart), funk, rock, grandi ritmiche e grandi fraseggi di chitarra e belle parti di synth. Lo stesso vale per la successiva Andy, ancor più rapida e fuori di testa, un po’ come Sofa No. 2, che dopo quarantatré minuti chiude il disco con un testo in tedesco sulla musica della precedente Sofa No. 1.
One Size Fits All alla fine è il solito disco di Zappa, forse un po più tendente al prog rispetto al solito (ovviamente non mancano comunque le sterzate jazz, fusion e swing che ci si aspettano), ma sempre pieno di momenti di ironia e genialità. È un disco complesso e che si presta facilmente a mille letture, che sia per i testi, per le composizioni, per i suoni o per gli arrangiamenti. Con ogni canzone si toccano tantissimi generi e anche nei momenti più semplici e abbordabili risulta interessante, proprio nel mostrare Zappa & Mothers of Invention calarsi in situazioni magari prevedibili, per poi rovesciarle e trasformarle in una musica folle. C’è quindi musica per tutti i gusti: per chi cerca la complessità e per chi vuole un ascolto più fluido. Alla grande palette di stili musicali c’è poi tutta la questione legata ai suoni: anche qui Zappa è avanti e il disco viene valorizzato dalla grande varietà di strumenti, da un grande uso di synth e da un lavoro ritmico pressoché perfetto, registrato in maniera eccezionale, al punto da non sembrare essere uscito a metà degli anni ‘70. Alla luce di questo, pur non essendo il disco più importante o significativo nella discografia di Zappa si può dire che One Size Fits All sia comunque uno dei suoi dischi migliori, (Zappa con il massimo rispetto per la sua influenza e per quanto ha dato alla musica divide sempre e si finisce o per l’amarlo o per l’odiarlo), mettendo grandissima inventiva e genialità a servizio della musica, anche nei contesti più leggeri.