A Bologna Hendrix fece un solo concerto

di F.G. Longo –

Come si evince dal fondamentale volume “Hendrix ’68 The Italian Experience” (di Enzo Gentile e Roberto Crema, Jaca Books, 2018) il previsto secondo concerto serale della Jimi Hendrix Experience fissato per il 26 maggio 1968 al Palasport di Bologna venne annullato viste le scarse prevendite e visto che il live pomeridiano (previsto alle 16.30) inizió con 1 ora e mezza di ritardo (Jimi non arrivava…) costringendo i complessi supporters (Cliffters, Ivan & the Meteors con Dodi Battaglia, Keith Anderson Band, Gospel’s Group, Noi Tre) ad allungare ll loro set!
Ci fu quindi a Bologna un UNICO concerto di Jimi Hendrix. (Nelle foto: il trafiletto sul Carlino per prendere il biglietto, una delle poche foto a colori del live bolognese della J.H.E. e il libro in questione)

SPAGHETTI, JIMI, INSALATINA E UNA TAZZINA DI CAFFE’………
Nuove rivelazioni sulla famosa JAM SESSION della JIMI HENDRIX EXPERIENCE il 26 maggio 1968 allo STORK CLUB di Bologna (Piazzetta S. Margherita) dopo il live al Palazzo dello Sport. Michele Bovi, sassofonista del gruppo dei Boa Boa di Pierfranco Colonna (che avevano aperto il live di Hendrix al Teatro Brancaccio a Roma nei due giorni precedenti con un repertorio a base di Otis Redding, The Temptations, Georgie Fame….) stava suonando lì la stessa sera.
Sentiamo proprio Michele Bovi: “Mi erano sfuggite le foto delle serrande del vecchio Stork Club. Grazie. Ricordo che la proprietà aveva altri due locali, il Bobo a Misano Adriatico (Riccione) che esiste ancora e il Bobino a Cortina. Il disc-jockey dello Stork era un giamaicano. A tarda notte era il punto di ritrovo dei musicisti amici di Pierfranco (Paolo Zavallone, Andrea Mingardi, James Senese e Franco Del Prete degli Showmen, Gerry dei Brutos, solo qualche nome di quelli che ci raggiunsero in quel periodo) perché c’era un servizio di cucina (spaghettate) riservato ai soli invitati. Così come spaghettammo la sera con Jimi e compagnia”.
Sui particolari dei giorni precedenti e della jam bolognese ecco ancora Michele Bovi: “Oggi vado molto fiero di quell’esperienza, nel mio ufficio risalta un quadro con fotografie del Brancaccio, biglietto di invito alle serate, autografo di Jimi e non perdo occasione per ricordare con orgoglio l’evento.
In realta’ all’epoca, suonando il sax, i miei idoli e modelli erano ben altri (Stan Getz, King Curtis…) e dopo le esibizioni del Brancaccio preferii andarmene a casa, evitando coinvolgimenti che non gradivo.
Solo a Bologna fui costretto a trascorrere il dopo concerto con Jimi & C.
Con Pierfranco Colonna suonavamo allo Stork Club (il locale piu’ elegante di Bologna) e alla fine della serata arrivarono Massimo Bernardi (che come saprai era il nostro impresario) assieme a Jimi e i suoi (che avevano terminato il concerto al Palasport) e alcune ragazze (quella che stava con Jimi l’aveva intercettata per lui proprio Pierfranco).
Spaghettata tutti insieme e poi jam session a porte chiuse: Piero Panto’, Mario Scotti e Roberto Senzasono (nell’ordine chitarrista, bassista e batterista di Colonna) che quasi impazzirono dalla gioia di suonare assieme al Mostro.
Jimi suonò alternativamente sia il basso che la chitarra.
Panto’ inoltre filmo’ la serata con la sua cinepresa, ma il filmato – conservato da sua madre – e’ andato smarrito in un trasloco .
Io, l’altro sassofonista e il trombettista invece assistemmo sdraiati sui divani all’esibizione, annoiati e irritati per il fuori programma: ma era una sorta di ordine perentorio di Bernardi secondo il quale non potevamo non partecipare a quel momento storico!!!
E aveva ragione lui! Sia benedetto Massimo che oggi e’ un mio caro amico.”