Land of Desolation: Sensazioni Forti

di Roberto Pati –

RUINS BARREN (Marco Costa) è il leader dei Fattore Rurale, un affermato gruppo di folk cantautorale con sede a Piacenza, attualmente in tournée promozionale in tutta Italia con il loro primo ep “Lividi”.
Si esibisce anche come frontman dei Crudelìa, un progetto sperimentale in bilico tra decadenza e blues animalesco, tra Tom Waits e Howlin ‘Wolf, rilasciando tre album in due anni.
In “LAND OF DESOLATION” evoca un mondo senza redenzione, popolato dai fantasmi del passato e dai demoni del presente.
I suoni provengono dalle radici della periferia americana, mentre le parole scavano nel dolore e nella solitudine dell’uomo nella società moderna, destinate ad affrontare i suoi peccati e la consapevolezza della dannazione eterna.

CREDITI:

Ricky Ferranti: Guitars, Bass, Dobro, Piano, Keyboards, Percussions, and Vocals.
Elena Castagnola: Cello.
Roberta Corvi: Violin.
Andrea Grecchi: Doublebass.
Gianni Satta: Trumpet.

“Land of Desolation” è una raccolta di canzoni costruite sulle radici popolari che vengono presentate in uno stile  discreto e sottile.  Le voci di Ruins Barren sono sensibili e quasi ipnotiche, ma accessibili e sublimi con presenza di toni scuri. La musica è prevalentemente acustica con violini, chitarre slide e percussioni sommesse che danno all’album una sensazione eterea generale che è calda e mitica. Le influenze di Tom Waits e Nick Cave sono evidenti con Ruins che inietta la sua unicità che è eccezionalmente attraente. Chicago Illinois, apre l’album ed è subito magia, una magia che con la sua aria Tex Mex ci catapulta in un fumoso e malfamato bar di Chicago, dove svogliate ballerine cercano di tenere fuori la tristezza. Il primo gioiellino tramite il quale ci rendiamo conto di essere sulla giusta strada.
Ballate come Dancin’ in the wind, Ruins e A love story, tirate e sofferte dove la voce raggiunge picchi emotivi impensabili, un introspezione il cui spessore sonoro si taglia col coltello. Una coltre di dolore cerca di farsi largo tra un reticolo di melodie decadenti e senza tempo. At 3 in the Morning… e Damp Lips, disegnano strade polverose e spazi sconfinati, Mustang cabriolet e desiderio di libertà, tutto a ritmo di country puro e salvifico, aspettando cowboy e fattorie abbandonate, attorcigliate al nulla e alla polvere. Nel resto dei brani, tutto quanto ci ha preceduto, tenuto insieme da un retrogusto psichedelico.
Veramente un grande album questo Land Desolation. Un insieme di canzoni spesso azzardate, ma quando i sensi si lasciano coinvolgere e le forme intorno a noi perdono di consistenza, significa che la scommessa è vinta.