I Renoir: Stato D’animo e tanta follia

di Roberto Pati –

Salvo Alfieri è un cantautore, scrittore e artista a tutto tondo nato il 12 maggio del 1997 in Sicilia, in provincia di Ragusa.
Introspettivo, introverso, eclettico e poliedrico, forse anche un po’ egocentrico.
Inusuale, scomodo ed eccentrico per i giorni d’oggi.

L’Amore per la musica arriva a 16 anni. Inizia col punk per poi suonare il basso nel 2014 nel gruppo pop rock ragusano La Gabbia di Maila del cantautore Carmelo Emmolo.  Dopo un anno con loro, nel 2015 è fondatore ed autore del gruppo Overcoma (alternative/chaotic rock). Con loro ha già inciso un disco ed un EP, fatto il suo primo tour e calcato il palco dell’Ariston durante il Sanremo Rock nel giugno del 2018.
Nel luglio del 2018, dopo essersi trasferito a Firenze, inizia gli studi di Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti, da qui inizia a fare mostre.
A settembre 2019 e’ uscito il suo primo libro di poesie, “Il Bacio di Venere” per l’Aletheia Editore. A fine anno fonda nella provincia di Ragusa un nuovo progetto; i Renoir (indie rock, emo). Progetto nato con l’idea di cantare i versi del libro, ricoprendo sempre il ruolo di cantante ed autore. Con loro ha già inciso un EP, “Stato d’animo”, uscito il 2 giugno 2020 per la Lost Generation Records. Un album d’assalto. un sound che ricorda per certi aspetti sfaccettature grunge in ogni dove, un timbro vocale in bilico tra Alberto Ferrari e Johnny Rotten e tanto Emo, dai Taking Back Sunday, passando per i Brand New. Arrangiamenti decisi e concisi, in un susseguirsi di riff tirati e asciutti, incalzati da ritmiche pressanti. Sia Incubo che Lieve accarezzano le sonorità Verdena sia nella costruzione che nel sound. In Macerie e Resti, probabilmente il pezzo migliore di tutto l’EP I Renoir provano ad intraprendere un percorso che personalizzazione del loro sound, senza perdere di vista la strada percorsa per arrivare fin qui. Sangue infetto parte con un basso che ricorda tantissimo Public Image di Lydon, sviluppandosi poi in maniera autonoma e pregnante. l’album si chiude con Vetro, una ballata disperata in pseudo acustico, tesa come la corda di un violino, che trascina l’esplosione quasi alla fine del pezzo, fino ad schizzare fuori, fiottando schegge sonore impazzite a rincorrersi nei meandri della follia. “Stato D’animo”. Una dimostrazione di forza emotiva e compositiva, quando il desiderio di esserci prende il sopravvento e canta la rabbia e le emozioni intorno a pochi passi accennati ma esplosivi. Se questa voce da bravo ragazzo non riesce a farci dormire sogni tranquilli, nonostante stia narrando sentimenti, sento che c’è da preoccuparsi perché I Renoir non intendono passare inosservati. Loro colpiscono senza fuggire, guardano la preda contorcersi, perché è dal dolore che nasce l’ispirazione. Noi ci saremo, quando voi tornerete, perché “STATO D’ANIMO” non è stato sufficente.

Un Album d’assalto