Lorenzo Del Pero: Il coraggio di essere

di Roberto Pati

Dopo tre album in inglese di matrice puramente rock prodotti tra il 2000 e il 2006, e un album omonimo uscito tra il 2013 e 2014. Arriviamo a “Dell’amore animale, dell’amore dell’uomo, dell’amore di un Dio”. dove Lorenzo Del Pero si propone in una veste nuova, del concept album, tanto caro ai progressive di oggi e di ieri. Ma di progressive nella sua musica non c’è molto. E una espressione cantautorale che si nutre di De Andrè, di Appino e tanto Dylan, senza fermarsi a ciò. Scandaglia nell’inconscio probabilmente scrostando vecchie reminiscenze rock che contaminano arricchendo questo suo ultimo lavoro, di un sound asciutto made in Usa che tanto si specchia nello stile canoro ed estetico a Steven Tyler e gli Aerosmith.

Non ci troviamo davanti ad un artista da,ascoltare davanti a un bicchiere di birra Lorenzo Del Pero. Lui ricama orpelli sonori sguaiati. Urla il suo disagio senza metafora alcuna. Ci dice che Dio e morto, portandosi dietro, il pudore, l’onestà e il rispetto… lasciando l’uomo in balia di se stesso a crogiolarsi nella sua imperfezione più profonda e scabrosa. Sciorina lucidi pensieri accusatori, uno sull’altro, senza soluzione di continuità, violenti come un pugno in faccia. Poco più di quaranta minuti da ascoltare tutti d’un fiato, ma soli con se stessi senza paura di essere scorti nelle righe delle sue accuse, perché Del Pero ci tira tutti in ballo, ci punta il dito contro ma non per vendetta, ma piuttosto per tirar fuori il nostro coraggio nascosto dietro i luoghi comuni. La sua è una musica che in qualche modo assomiglia, ma che lo colloca in una nicchia tutta sua nel panorama musicale italiano.