Emanuele Patti: Quartiere Pop

«Mi sono chiesto a lungo se pubblicare o no questo album – racconta Emanuele Patti – , in realtà avevo deciso di tenere queste canzoni per me. Ho scritto “Quartiere pop” in un periodo della mia vita in cui avevo deciso che sarebbe stato il mio ultimo lavoro, avevo superato i trent’anni e mi sentivo ad una sorta di bivio, volevo “fare il punto” e pensavo che non avrei scritto più. Nel frattempo ho fatto uscire altri singoli e ho tenuto questo progetto discografico come un lavoro intimo e terapeutico.  Alla fine ho deciso di pubblicalo perché spero che questo disco possa essere di ispirazione per chi nonostante tutto riesce a non smettere di inseguire le proprie passioni e non perde la voglia di realizzarsi con quello che ama veramente.»

Quartiere Pop” è un disco molto personale, una vera e propria istantanea della vita del cantautore. Usando la similitudine di un quartiere popolare, i dieci brani dell’album sono come case che contengono storie diverse tra loro: storie d’amore, di amicizia, di ricordi, di speranze, piene di verità e di sincerità.


Primo singolo e  video ufficiale di “Quartiere Pop“, scritto dallo stesso Emanuele Patti e girato da Stefano Longo (Stesografo).  Immagini di vita quotidiana che scorrono su un testo che suona come dialogo tra cantautori che condividono le paure e le insicurezze di chi ha scelto una professione “fuori dagli schemi”. Nel descrivere la routine, che appare come un loop triste e ripetitivo, il protagonista si chiede se forse non sia meglio lasciare tutto e fermarsi. Una canzone catartica, che proprio perché è stata scritta dimostra che è valsa la pena andare avanti. Con Ragazza di Baggio entriamo in un ambito più estroverso sia sotto l’aspetto interpretativo sia stilistico. La periferia come una condizione, senza se e senza ma, perché quella è! Prendere e amara, una condizione elaborata e acquisita, ma mai brandita per disagio o disadattamento. Poi Gesù con gli occhiali da sole, Non ci sono problemi e via via, La Passione, Fiori selvaggi fino a giungere a Il Lungo Rehab, una sorta di reagge metropolitano centrato ee esplicito. Un ricamo che arriva fino a Gesù (ripresa), senza lasciare spazio a cedimenti o rindondanze. Emanuele lavora bene, certa una sintesi di spessore pop, dentro la quale triturare le sue influenze marcate o celate che siano, tra le prime di certo il grande Battisti, ma quello sperimentale e visionario dell’ultimo periodo, quando cercava nella trama il nodo più stretto dove poter ricamare incisi e visioni. Si avverte Appino per quela sfacciata introspezione e la fottuta capacità di far apparire tutto facile, ma dentro c’è altro: Britpop (Oasis, su tutti), ma anche tanta musica italiana “diversa”, Csi per esempio, e tutto quello che gravità intorno a quell’area cantautorale Indie di ultima generazione, senza disdegnare puntate ai confini del rap come in, Quartiere Pop o Passione (fuori moda), dove non mi sembra azzardato un’accostamento caparezziano. Ma Emanuele Patti, non è soltanto influenze e stili, Emanuele è anche altro, tanto altro; è un cantautore, con le idee chiare, questa sua peculiarità che avvertii fin dalla nostra prima telefonata, fatta l’estate scorsa in occasione del suo debutto discografico con Chioschi Estivi, tra le sue parole si scorgeva una sicurerzza acquisita atttraverso le sue molteplici esperienze artistiche e di vita. Aveva un progetto e soprattutto aveva in testa come realizzarlo. Quartiere Pop. era il progetto ed ha saputo perfettamente come realizzarlo, senza andare dietro ad aleatorie sirene o infilarsi in strade tortuose e spesso senza uscita.

Il suo è un po d’autore, punto!

Il disco è stato interamente registrato al Mobsound Studio di Milano, arrangiato e prodotto da Emanuele Patti e Sveno Fagotto.

Il cantautore Emanuele Patti nasce a Milano il 9 novembre del 1984. La periferia di Milano ed in particolare i quartieri Baggio, Quartiere Olmi e San Siro in cui è cresciuto, hanno fin dall’inizio influenzato il suo modo di scrivere. Nelle sue canzoni, quasi sempre scritte di getto, descrive la realtà che lo circonda con immagini esplicite e poetiche, quasi fossero fotografie, riuscendo a creare attenzione nei particolari. I grandi cantautori italiani del passato hanno contribuito a formare la sua identità musicale, mentre la musica rap e quella elettronica dei gruppi degli anni Novanta ne hanno definito in parte lo stile, che tuttavia rimane legato a sonorità pop-rock. Dopo aver collaborato per diversi anni in qualità di autore di testi, ha deciso di intraprendere un nuovo percorso da cantautore. Il primo singolo “Chioschi estivi” è uscito il 26 giugno 2020 su tutte le piattaforme digitali, seguito da “Movida“.