GUMO: Born in the World.

di Roberto Pati

Gumo è una band attiva dalla metà degli anni 2000 formata da tre musicisti: Alberto Serafni, Manuel Schicchi e Juri De Luca.

Nel 2007 il primo disco “Are You Sure” rilasciato da Midfnger a nome “The Gumo”. Parallelamente il trio inizia a collaborare come backing band di Vanessa Peters col nome “Ice Cream On Mondays”. Insieme alla cantautrice statunitense verranno prodotti 3 album (Thin Thread 2005, Little Films 2006 e Sweetheart, Keep Your Chin Up 2009 –quest’ultimo candidato ai Texas Music Awards di quell’anno) e prenderà il via un’intensa attività live che porterà Vanessa Peters & Ice Cream On Mondays in giro in Europa e Stati Uniti con una media di circa 200 concerti all’anno. Dopo questa esperienza, il trasferimento in pianta stabile di Alberto Serafni ad Austin (Texas) renderà molto complesso tenere in vita la band. Juri De Luca si stabilisce a Milano mentre Manuel Schicchi resta in provincia di Arezzo, portando avanti esperienze personali come musicista insieme tra gli altri a Max Weinberg e Roy Bittan (E-Street Band), Salim Nourallah e Marco Parente. Il lavoro dei The Gumo può riprendere saltuariamente, nei momenti in cui tutti e tre si ritrovano per qualche tempo insieme a Castiglion Fiorentino e possono chiudersi in studio e registrare materiale nuovo. Da queste sessions escono le dieci tracce del nuovo disco “The Dark And The Water” e il nome della band viene cambiato in “Gumo”.

Se volessimo banalizzare, potremmo serenamente classificare i Gumo, in una linea retta che dai dB’S arriva aiLet’s Active , passando per Lloyd Cole, infarciti da psichedelia old time  il tutto in chiave U.S.A… Ma in questo album è in questa band c’è molto altro. Ci troviamo di fronte a un suond fatto, cucito, e maturo, che volteggia con sicurezza sopra le mode, dopo averne assorbito il meglio. Una robusta carica di consapevolezza permette ai Gumo di sfornare brani di sostanza che deliziano le orecchie di chi si avvicina a loro. Nulla è lasciato al caso, riff attenti che spaziano da Johnny Marr al country folk degli State senza mai perdere incisività. Ma non ci troviamo solo lezioni pop/rock nella loro musica. L’aria psichedelica dei REM si fa preferire nei momenti più sinfonici, alternativa a ritmi che ci riportano agli albori dei Velvet Underground piuttosto che a certi Beatles riflessivi e proiettati al presente. Se dovessi classificare “The Dark And The Water”, lo definirei Contry Wave, per quel suo modo di essere suono e step, per aver guardato con curiosità ai Clash come alla forma più alta di pop degli XTC piuttosto che a band come appunto i già citati Rem. Si parte con Allright, chiave d’accesso all’intero album dalle evidenti caratteristiche radiofoniche. Lineare e lucida dal sound inconfondibilmente allacciato a sonorità Irish old wave come potevano essere Waterboy e limitrofi. Asking e Lord formano una coppia che infarcita di sonorità di fine millennio ci targhetta oltreoceano rielaborando concetti cantautorali a stelle e strisce di qualità, per tornare prepotentemente con You’re Not There e Home Agagin, quel discorso stilistico per cui i Gumo esistono e che esplode in tutta la sua magnificenza in Stood up Straight con la quale ci trascinano per i capelli dentro un emisfero apocalittico in stile direttamente connesso ai Redskin, con un bellissimo solo di chitarra tex mex. Miles Days  è un interessante pezzo in chiave rock con pochi fronzoli, che punta dritto all’obbiettivo. Il dittico Tryning e Many Days, è la fase in cui l’album perde un po’ di pesonalità se non altro per un eccesso di ricerca dell’altro che mette i  Gumo di fronte a ritmi palesemente poco personali. Con No One invece, chiudiamo decisamente alla grande; insieme a  Stood up Straight decisamente le mie preferite, di un album  intrigante quanto interessante, pieno di intuizioni sonore e di qualità.